Le ostetriche stanno davanti. Etimologicamente “ob-stare” significa stare davanti. Fin dall’antichità, questa figura stava letteralmente davanti alla donna per sostenerla ed assisterla in ogni fase della vita. Noi apriamo questa giornata Internazionale dell’Ostetrica presentandovi una delle nostre ostetriche coinvolte nel progetto “Percorsi formativi e informativi per la diagnosi e il trattamento dell’Endometriosi” per sottolineare un ruolo sempre più fondamentale e sempre più necessario nella vita della donna.
"Voglio stare accanto alla donna, in tutte le fasi della sua vita” Elena Sancesario, mamma e ostetrica.
Così inizia l’intervista con Elena, che sottolinea come parlare di Elena e parlare di endometriosi non sia proprio la stessa cosa.
Elena scopre il nome dei suoi dolori a 20 anni. Da quel momento, cambia tutto.
Una ecografia, qualcosa che insospettisce il medico, il consiglio di andare in un centro specializzato. E poi, quel “ti dobbiamo operare” che rimane la cesura tra il prima e il dopo. Tra un dolore tenuto a bada con le terapie ormonali e un nome sconosciuto e che fa paura.
Elena ci parla di come e quanto l’endometriosi non colpisca solo la donna dal punto di vista fisico, ma la coinvolge in tutto e per tutto. Una vera malattia sociale.
Con orgoglio, ci racconta che è stata la prima donna a scrivere una tesi di ostetricia sull'endometriosi e, sottolinea, è esattamente da quel momento che ha deciso di stare accanto alla donna, in tutte le fasi della sua vita.
Il messaggio di Elena è forte: l’endometriosi ti costringe a parlarne. Parlarne senza vergogna. È una malattia che impone alla donna di essere protagonista della propria vita, impone consapevolezza – in primis del proprio corpo.
Il suo schietto “mi candido” nel team di questo progetto, fa quadrare perfettamente il percorso di Elena: la formazione e l’informazione sono le due antenne di ricevimento e di segnalazione. Sempre tenendo presente che la prevenzione è la vera chiave di volta nella tutela delle future generazioni.