L’Endometriosi può essere sia pelvica che extra-pelvica. Tra i diversi organi pelvici in cui può localizzarsi, i più comuni sono le ovaie, le tube di Falloppio, i legamenti dell'utero e la sua superficie esterna. Se si localizza all’interno del miometrio (parte muscolare dell’utero) prende il nome di Adenomiosi. Con minor frequenza è possibile riscontrare lesioni localizzate anche in vagina o nel tratto terminale dell’intestino (chiamato retto), a livello della vescica e degli ureteri, ma più raramente anche a livello del collo dell’utero o della vulva. L’Endometriosi extra-pelvica può localizzarsi a livello dell’appendice o di altre sedi intestinali, a livello inguinale, di vecchie cicatrici chirurgiche e, anche se più raro, possiamo trovare Endometriosi anche a livello diaframmatico o polmonare.  

Si può manifestare tramite cisti (chiamate endometriomi, contenenti un fluido brunastro, simile al “cioccolato”), localizzate prevalentemente nelle ovaie o nel miometrio (nel tal caso si chiamano adenomiomi), sotto forma di aderenze (vere e proprie “briglie” che non permettono il fisiologico scivolamento degli organi, facendoli aderire tra loro e deformandone la forma e il decorso, o chiudendo le tube di Falloppio) o di formazioni nodulari (aree rosacee, brunastre o biancastre, che rappresentano veri e propri ispessimenti dei tessuti, simili a “rammendi”), che si formano nel corso degli anni in seguito a continui sanguinamenti e successive cicatrizzazioni delle lesioni extra-uterine, mestruazione dopo mestruazione. 

Per una corretta diagnosi di Endometriosi, sono spesso sufficienti un’accurata anamnesi, una visita ginecologica e un’ecografia pelvica dedicata, eseguite da professionisti con esperienza nella patologia. A seconda dello specifico quadro clinico, possono inoltre essere richiesti esami aggiuntivi (risonanza magnetica, colonscopia, ecografia fusion), per una valutazione anatomica più approfondita della patologia e per la scelta del percorso terapeutico più appropriato da intraprendere.